Lo sciamanesimo
Se si entra in uno stato di realtà non-ordinaria è solamente per tirar fuori da lì ciò di cui abbiamo bisogno per vedere l'aspetto miracoloso della realtà ordinaria.
Per me il modo di vivere – il sentiero con un cuore – è la presenza nel mondo.
(Carlos Castaneda)
Nell'Europa occidentale lo sciamanesimo ha almeno 20.000 anni di vita e forse più.
Il termine sciamano proviene dalle popolazioni tunguse della Siberia e indica tradizionalmente un uomo o una donna dotati di particolari poteri spirituali ai quali lo sciamano accede in uno stato estatico o di trance. Gli elementi comuni dello sciamanesimo presenti nelle principali culture tradizionali sono la capacità degli sciamani di accedere a stati di coscienza non ordinari nei quali possono sperimentare “viaggi” in luoghi al di fuori dello spazio e del tempo grazie ai quali raccogliere conoscenze e poteri per se stessi o a favore di chi manifesta un bisogno di guarigione. Tramite questi viaggi lo sciamano vede la realtà non più costretta o limitata dai consueti riferimenti ordinari o dalle convezioni socio-culturali nelle quali è inserito, ma attraverso una visuale amplificata ed estesa che trascende la percezione umana.
Il potere al quale lo sciamano ha accesso, grazie ai suoi spiriti guida o maestri spirituali incontrati nella realtà non ordinaria, gli permettono di diventare un maestro della divinazione, della guarigione, di recuperare anime o frammenti di anime perdute, di guidare le anime dei defunti verso la luce, di conoscere gli elementi, di localizzare ed estrarre dal corpo energetico o da un'anima malata intrusioni psichiche, di liberare le persone dalle possessioni, di divinare od agire sul tempo.
Benché alcune di queste qualità o capacità sciamaniche si incontrano anche in figure che si discostano dallo sciamanesimo (maghi, streghe e stregoni, sensitivi, guaritori spirituali, ecc..) l'attività sciamanica è contraddistinta da un potere che proviene sempre da viaggi in uno stato estatico di coscienza in altri mondi, concessi da spiriti guida personali, ed aventi finalità sempre di riequilibrio e di guarigione del prossimo.
Sotto forme diverse e con differenti interpretazioni, l'esperienza centrale dello sciamanesimo è giunta sino a noi e può essere rivissuta ancora oggi come parte integrante e fondante della propria esistenza al di là del frastuono e dei valori effimeri e nocivi del mondo moderno.
La pratica dello sciamanesimo nella tradizione
Lo sciamanesimo è una pratica spirituale che si ricollega alle antiche pratiche animistiche presenti agli albori dell’umanità, quando l’uomo viveva in contatto diretto e diremmo sincronico con la Natura. Gli sciamani nelle società tribali e indigene entrano in comunicazione con gli spiriti della natura, con le piante, con gli animali, come pure con lo spirito degli elementi, con gli antenati o con i maestri spirituali o gli dei, Nella visione della realtà che ci circonda lo sciamano vede il mondo costituito sia dalla realtà ordinaria, percepibile ai nostri sensi fisici, sia da mondi invisibili ai quali lo sciamano può comunque accedere ampliando il proprio stato di coscienza e compiendo il cosiddetto viaggio sciamanico per esplorare appunto questi regni spirituali.
Il nucleo essenziale dell’esperienza sciamanica, comune a tutte le culture e le tradizioni native del pianeta, consiste proprio nello sforzo intenzionale dello sciamano di esplorare la realtà non ordinaria con lo scopo di intraprendere rapporti duraturi e salutari con i propri spiriti guida, o spiriti aiutanti, compiendo appunto dei “viaggi” con la propria coscienza ampliata laddove essi dimorano.
Nelle culture tribali gli sciamani furono guaritori, consiglieri spirituali, divinatori, accompagnatori delle anime dei defunti, erboristi, cerimonieri, interpreti dei sogni, cantastorie, danzatori e altro ancora.
Nelle valli sperdute dell’Himalaya, nei deserti del Messico, nella foresta Amazzonica o all’interno di qualche yurta mongola, gli sciamani svolgono silenziosamente da tempo utili “servizi” a supporto della comunità, servizi se vogliamo che nella nostra società moderna secolarizzata vengono svolti solo parzialmente dai sacerdoti, dagli psicologi o dai medici. Il lavoro di intermediazione tra l’umano e il non umano svolto dagli sciamani permetteva a ciascuno di affrontare le diverse difficoltà della vita, con i suoi passaggi critici sia per le donne che per gli uomini, con maggiore fiducia e tranquillità affidando loro la propria anima anche per il suo viaggio finale.
Queste attività di supporto potevano essere svolte anche da altre figure, non necessariamente sciamani, poste a sostegno e protezione della comunità ma se qualcuno svolgeva questi lavori senza l’aiuto di spiriti alleati allora si trattava di servizi puramente umani, privi del potere spirituale derivanti dallo sciamanesimo. Ciò che contraddistingue la pratica sciamanica è l’intensità dei rapporti intrattenuti dallo sciamano con i suoi spiriti guida e le conoscenze che ne derivano da tali rapporti.
Il viaggio sciamanico
Nella cosmologia sciamanica, la realtà non ordinaria viene vista solitamente ripartita in tre mondi caratteristici, il Mondo di Sotto, quello di Mezzo e il Mondo Superiore. A questi mondi lo sciamano accede modificando il proprio stato di coscienza, con strumenti differenti a seconda delle zone e delle culture del pianeta, in modo da poter inviare intenzionalmente il proprio corpo energetico (o per alcune culture una delle anime dello sciamano) ad incontrare i propri spiriti alleati. Uno dei metodi universali per alterare lo stato di coscienza e compiere questo viaggio spirituale è il ritmo incessante e monotono del tamburo. “Cavalcando questo ritmo”, lo sciamano si trova a percepire una dimensione nella quale la presenza degli spiriti si rende manifesta ai propri sensi e comprendendone il linguaggio metaforico espresso dalle proprie visioni riporta agli umani il loro messaggio.
Lo scopo del viaggio sciamanico è sempre quello di riportare dalla realtà non ordinaria un messaggio di aiuto al prossimo, per una guarigione, per una divinazione futura o per comprendere la natura di un sogno. Lo sciamano è in grado di visitare anche il mondo dei morti e ritornare incolume, aspetto che gli conferisce il potere di accompagnare le anime dei defunti (psicompompo) che non hanno ancora lasciato questo mondo, o perché trattenute o perché non si sono ancora rese conto di appartenere ad un corpo ormai deceduto.
Un'altra pratica abbastanza diffusa tra le culture sciamaniche è quella di viaggiare per recuperare un anima o un frammento di anima dispersa da una persona a causa di un trauma, di un incidente o di una lunga malattia. La visione ampliata dello sciamano consente di vedere dove queste parti si sono perse, o sono state trattenute, recuperarle e riportarle reintegrandole nella persona a cui appartengono. A questa azione di recupero spesso corrisponde un aumento della vitalità e della creatività nella persona che sembravano ormai compromessi e di un generale stato di benessere psicofisico e spirituale.
La cosmologia sciamanica
La visione classica, condivisa da molti sciamani nel mondo, vede la realtà non ordinaria composta da tre mondi, come fatti “a strati” uno sopra l’altro, che vanno dal Mondo inferiore al Mondo Superiore passando per il Mondo di Mezzo. Questi tre mondi ultraterreni sono connessi tra di loro dal cosiddetto “albero cosmico”, l’axis mundi, un collegamento tramite il quale lo sciamano passa da un mondo all’altro, superando i limiti spazio-temporali imposti dalla realtà ordinaria consensuale, per incontrare gli spiriti aiutanti che li popolano. Occorre specificare che tale tripartizione non ha alcun riferimento con quanto alcune religioni hanno scritto o professano nei rispettivi culti in riferimento al sovramondo (come, ad esempio, nella religione cattolica possono essere concepiti l’inferno, il purgatorio e il paradiso).
Il Mondo di Sotto, o inferiore, appare normalmente agli occhi dello sciamano come un ambiente naturale, fatto di prati, colline, alberi, o deserti e popolato da animali di tutti i tipi, sia esistenti nella realtà ordinaria (ovvero come noi li conosciamo e vediamo in natura) sia fantastici o mitologici. Gli spiriti che si incontrano nel Mondo di Sotto sono Spiriti guida, o Spiriti Alleati o, altrimenti detti, anche Animali di Potere proprio perché si manifestano perlopiù sottoforma di animali, spiriti con i quali lo sciamano intesse i suoi primi rapporti con la realtà non ordinaria e dai quali ottiene delle valide guide per approfondire la sua conoscenza di questo e degli altri mondi.
Il Mondo di Mezzo è la realtà dove viviamo noi ma dove non ci siamo solo noi esseri umani. Nel Mondo di Mezzo vivono gli Spiriti della Natura, degli alberi, delle sorgenti, delle pietre, degli elementi, entità con le quali lo sciamano può interagire per acquisire una maggiore conoscenza della realtà naturale e dei suoi poteri di guarigione e di divinazione. Nel Mondo di Mezzo però si possono trovare anche le anime dei defunti non ancora trapassate, magari trattenute qui dai viventi o da debiti non ancora risolti. E’ tra le facoltà dello sciamano, come detto sopra, intraprendere un viaggio per accompagnare queste anime nel Mondo dei Morti o nella Luce.
Il Mondo di Sopra è un luogo ove vivono gli spiriti di esseri realizzati, esseri di luce, maestri spirituali, divinità o eroi divinizzati. Lo sciamano può ricevere da loro visioni, messaggi e consigli per la propria crescita spirituale o per una persona. E’ un’esperienza vibratoria di luce che esalta e produce per risonanza nello sciamano quel salto di coscienza necessario per poter interagire con questi spiriti che possono apparire ai suoi occhi con il volto dei profeti, dei filosofi, degli dei o semplicemente come creature angeliche.
E’ opportuno precisare che a questa visione tridimensionale semplificata si accompagna comunque il principio, comune a tutte le culture tradizionali, della sincronicità, ovvero uno spirito si può incontrare in uno dei tre mondi e, al contempo, in un luogo ove dimora in natura, a fianco di una sorgente, in un albero, su una montagna (per approfondimenti sulla cosmologia sciamanica e sul viaggio sciamanico consultare la sezione articoli del presente sito).
La pratica contemporanea dello sciamanesimo
Ovunque sia praticato, lo sciamanesimo si preoccupa della salute del pianeta e delle molte specie che lo abitano. Viviamo in un tempo in cui l’equilibrio naturale e il rapporto tra uomo e natura si è compromesso grazie a secoli di razionalismo, materialismo e consumismo insensato e deleterio. Oggi l’uomo moderno “civilizzato” non sa più ascoltare se stesso, né le proprie voci interiori né quelle degli esseri viventi, visibili o invisibili, che lo circondano. Ogni esperienza vissuta, talvolta spontaneamente, che verrebbe concepita normalmente come “sciamanica” da un indigeno, corre il rischio di essere interpretata oggi come sintomo di un disturbo mentale, nel migliore delle ipotesi, o come segnali “demoniaci” dalle religioni del libro. Lo sciamanesimo è una pratica spirituale che può essere vissuta indipendentemente dalla religione che professiamo e può aiutarci a reintegrare delle potenzialità che abbiamo perduto o che si sono affievolite sviluppando creativamente la nostra vita nel rispetto e nell’attenzione di tutti gli esseri viventi che ci circondano e della nostra Madre Terra che ci nutre e ci sostiene.
Alcune pratiche sciamaniche sono talmente connesse e relazionate al contesto ambientale e culturale nel quale sono nate e cresciute che risulterebbe difficile approcciarle e tradurle in una metodologia comprensibili all’uomo urbanizzato. Solo con una estrema cura e rispetto dell’integrità spirituale dei popoli nativi del pianeta, popoli con i quali possiamo ancor oggi entrare in contatto e vivere profonde esperienze di purificazione e di iniziazione, possiamo cercare di adattare a noi le loro tradizioni spirituali. Su questa traccia si sono mosse le prime ricerche dell’antropologo americano Michael Harner. Dopo una serie di esperienze maturate presso popoli nativi americani e sud americani, Michael Harner notò che un solido nucleo di pratiche erano diffuse in tutte le culture indigene del pianeta. Negli anni settanta, affascinato dall’idea che se lo sciamanesimo fosse veramente fondato su facoltà umane universali potrebbe essere praticato dalle persone ordinarie, Harner cominciò ad insegnare le tecniche del viaggio sciamanico ad amici e studenti. I risultati furono sorprendenti. Questi allievi scoprirono di poter praticare lo sciamanesimo rapidamente e facilmente, maturando la sensazione di aver risvegliato un ricordo di cui non erano consapevoli ma che già conoscevano. All’inizio degli anni ottanta, Harner creò la Foundation of Shamanic Studies per offrire un vasto programma di corsi di addestramento alle tecniche fondamentali alle quali avrebbe dato poi il nome di “core-shamanism”.
Core-shamanism
Le esperienze estatiche e visionarie riportate dagli sciamani dell'antichità continuano a riprodursi, talvolta in forma spontanea, in uomini e donne appartenenti alle moderne culture occidentali e nei membri delle comunità tribali ancora esistenti.
Michael Harner, antropologo americano, nel suo classico studio “La Via dello sciamano”, ci riporta che ‹‹i metodi sciamanici sono sorprendentemente simili in tutto il mondo, perfino presso popolazioni le cui culture sono diverse per tanti aspetti e che sono state separate da oceani e continenti per decine di migliaia di anni››.
La sintesi di queste esperienze, condivise da sciamani appartenenti a contesti culturali completamente lontani e differenti tra loro, costituisce quello che Michael Harner ha definito col termine “Core Shamanism”, un approccio trans-culturale nel quale gli elementi comuni a varie tradizioni sciamaniche vengono estratti nei loro contenuti essenziali ed adattati alla sensibilità ed ai bisogni dell'uomo contemporaneo senza per questo perderne il potere originario e fondamentale. Grazie al Core Shamanism queste tecniche sono diventate più facilmente accessibili all'uomo occidentale permettendo a tutti coloro che sono interessati a trasformare ed arricchire la propria vita sul piano fisico, emotivo e spirituale, di accedere a questo bagaglio di esperienze per uno sviluppo personale o per un bisogno di guarigione per sé o per gli altri.
Il Viaggio Sciamanico viene condotto con l'utilizzo del suono ritmico del tamburo, necessario per permettere a ciascuno di accedere ad uno stato di coscienza espanso in totale sicurezza. L'esperienza del viaggio sciamanico può essere compiuta potenzialmente da chiunque in quanto tutti noi abbiamo internamente quegli strumenti necessari per poter accedere alla realtà non ordinaria senza bisogno di complessi rituali, di oscuri cerimoniali o di surrogati atti ad alterare in maniera incontrollata lo stato di coscienza. Grazie all'incontro con i propri “Spiriti Alleati” il praticante può trovare risposta ad una serie di difficoltà relative alla sua vita nei vari piani che la interessano.
Secondo la visione sciamanica all'origine di ogni malattia fisica o psicologica o di ogni sventura vi è la perdita di potere spirituale della persona, potere che può essere riconquistato rinforzando il legame con i propri spiriti protettori dai quali apprendiamo, nella profondità del nostro cuore, che non siamo soli ma tutt'uno con la Natura e con l'Universo che ci circonda.
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