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Articoli e interviste su sciamanesimo e tensegrità Articoli e interviste su sciamanesimo e tensegrità

Il regno sotto le acque - Il recupero dello sciamanesimo celtico - di Sharon Paice MacLeod

Sharon Paice MacLeod ci conduce alla riscoperta dello sciamanesimo celtico tra druidi e veggenti e gli spiriti della natura

09/04/2013

Articolo pubblicato su Sacred Hoop n. 78/2012. Traduzione italiana a cura dell'Associazione Culturale Il Cerchio Sciamanico.

"Non da una madre o da un padre venni creato.... Il mio talento fu creato da nove forme di elementi, dai fiori degli alberi e dai rami...Dall'acqua della nona onda...".

 

Taliesin, leggendario poeta e veggente gallese

 

 

Molti ricercatori spirituali di oggi stanno esplorando le credenze sciamaniche delle popolazioni indigene del mondo, ma gli esperti ritengono che ci fosse anche una forma di sciamanesimo celtico, anche se i dettagli di questa tradizione appaiono avvolti dalla notte dei tempi. Attraverso lo studio accurato dell'archeologia e la lettura dei racconti degli autori greci e romani che avevano incontrato gli antichi Celti e considerando le tracce antiche ancora visibili all'interno dei manoscritti medievali e dei racconti folcloristici, siamo in grado di ricostruire minuziosamente l'arazzo vibrante dell'antica spiritualità Celtica. Se ci avviciniamo con rispetto, ispirazione e con cuore aperto, le voci del passato ci possono parlare al giorno d'oggi e condividere con noi la loro saggezza.

 

Per gli antichi Celti, come in origine nel credo irlandese,  il cosmo era composto dai tre regni di Nem (cielo), Muir (mare) e Talam (Terra), e questi sono menzionati in vari testi irlandesi. Come in altre culture, i Celti avevano capito che vi erano divinità o spiriti che abitavano questi tre regni. Iscrizioni antiche ricordano divinità associate al regno del cielo, come Taranis il Tonante e Sirona la Dea della Stella Divina ed altre fonti ci danno accenni a Dèi del Mondo di Sotto, come l'antico dio gallico Maponus il Figlio Divino.

Nella mitologia e nel folclore britannico ed irlandese si incontrano gli esseri divini nei pressi di tumuli fatati, boschetti di alberi o corsi d'acqua, ed i loro regni paralleli sono da intendersi situati sotto la terra o sotto le acque.

L'albero del mondo - l'albero che molte culture dicono che risieda al centro del mondo e che colleghi il Mondo di Sotto, il Mondo di Mezzo ed il Mondo di Sopra, è molto importante nella tradizione celtica e molti siti sacri di raduno sono caratterizzati da un albero, un legno intagliato od un pilastro di pietra od un pozzo per le offerte al centro. La parola irlandese “bile”  si riferisce agli alberi antichi e venerati. E' stato storicamente proibito di danneggiarli, ed i riti si svolgevano alla loro presenza. Questo tipo di luoghi sacri era conosciuto come “nemeton” e ne esistevano dappertutto nel mondo celtico. Spesso il nemeton era rappresentato da un pilastro o da un albero, da un tumulo sacro e da un pozzo sacro. Cesare scrisse che i druidi della Gallia si riunivano presso il centro cosmologico della Gallia che si trova vicino a dove secoli più tardi fu costruita la cattedrale di Chartres. In Irlanda il centro cosmico era vicino alla collina sacra di Uisneach, mentre in Scozia era chiamato “Medionemeton” (Centro del Posto Sacro), che si trovava da qualche parte vicino Fortingall, un piccolo villaggio nelle Highland a Perthshire.

Un altro testo irlandese descrive le caratteristiche principali delle quattro direzioni e del centro sacro. Sono queste: est - la prosperità, sud – la musica, ovest - l'apprendimento, nord – il conflitto ed il centro - la sovranità. Vi è spesso una tradizione sacra associata a questi luoghi sacri. Un racconto molto antico irlandese narra di un uomo seduto su un albero con un merlo sulla sua spalla destra, un vaso di bronzo contenente una trota nelle sue mani ed un cervo in piedi vicino all'albero. Egli condivise le mele e le nocciole con gli animali - che sono entrambi simbolo della saggezza divina - e tutti bevvero assieme dal vaso sacro. Il merlo può simboleggiare il Mondo di Sopra, il cervo il Mondo di Mezzo e la trota il Mondo di Sotto, simili agli animali che si dice siano associati all'Albero del Mondo Yggdrasil per i norvegesi.

 

DRUIDI E VEGGENTI

 

Nella cultura celtica, i druidi sembrano aver ricoperto ruoli simili a quelli del sciamani che si ritrovano in molte culture di oggi. Autori greci e romani raccontano che erano insegnanti altamente rispettati, filosofi, veggenti, teologi e giudici; presiedevano alle cerimonie sacre, studiavano i regni divini, eseguivano magie e guarigioni e raccoglievano esperienze nella natura del divino.

La parola “druido” - derivata dalla parola “drui” dell'Antico Irlandese e la parola “derwydd” del Middle Welsh – deriva originariamente da due parole di radice Indo-Europea, “deru” (saldo o stabile) e “wid” (vedere), dando un significato come di un 'veggente forte, sicuro'.

I druidi erano impegnati in discussioni sulle stelle ed il loro movimento, la dimensione dell'universo e della terra, la composizione del mondo e la forza e la potenza degli Dei. Avevano conoscenza del mondo naturale ed insegnavano che l'anima era eterna ed immortale, che non periva al momento della morte, ma passava in un altro corpo per rinascere. La formazione druidica si dice che necessitasse di un tempo fino a 20 anni per essere completata. Uno dei loro insegnamenti più noti era quello “di mostrare rispetto agli dèi, di non fare atti malvagi e di praticare il valore”, un codice potente per una vita spirituale di ogni epoca.

 

Nonostante l'arrivo del Cristianesimo nelle isole – così come la presunta distruzione dei Druidi inglesi per mano dei Romani - i druidi sopravvissero in Irlanda almeno fino al nono secolo. Alcune delle loro funzioni furono acquisite da poeti altamente qualificati noti in Irlanda come “filid” (veggenti). Come un druido, un “fili” era sottoposto ad una educazione formale e lunga e la loro professione poteva essere ereditaria. Componevano poesie di lode o satire, facevano profezie e divinazioni ed erano noti per utilizzare talvolta dei linguaggi segreti ed oscuri piuttosto che la lingua comune usata dalle persone. I “filid” si diceva che fossero in grado di raccontare molte storie che contribuivano a preservare la genealogia, la mitologia e le storie sacre del luogo, passandosi le informazioni da una generazione all'altra.

Dai poeti irlandesi ci si aspettava che conoscessero tre tipi di tecniche poetiche o divinatorie: “imbas forosnai” (grande conoscenza di illuminazione), “díchetal di chennaib” (incantesimo o formule magiche composte spontaneamente) e “teinm laedo” (letteralmente: 'apertura rotta di poesie'). I poeti irlandesi erano ancora in formazione specialistica in scuole fino all'inizio del 1600, ed i poeti scozzesi fino ai primi anni del 1700. Si diceva che in Scozia i poeti componessero al buio, con una pietra situata sopra alla loro pancia, presumibilmente per aiutare a regolare il respiro. Le loro composizioni erano eseguite per i loro insegnanti dopo essere emerse dal buio delle loro cellule, ed erano composte utilizzando un tipo di linguaggio arcaico. Poesia, musica e profezia erano considerate come regali dai regni divini, e questa convinzione è sopravvissuta fino a tempi recenti. I MacCrimmons, i suonatori ancestrali di cornamusa del mio Clan scozzese (MacLeod), si diceva che ottenessero il dono della musica direttamente dagli abitanti dell' Altro Mondo.

 

RACCONTI DI TRASFORMAZIONE

In molte culture, le credenze sciamaniche spesso mostrano il simbolismo degli animali sacri, come per esempio uccelli, cervi, serpenti, cavalli ed orsi. Piume di uccello, ali, o loro rappresentazioni sono spesso incorporate nei copricapi e nei mantelli sciamanici. Anche questo aspetto sembra essere vero all'interno di alcuni parti della spiritualità celtica, per esempio, in un testo irlandese dell' 8° secolo, è stato scritto che ai maestri poeti era permesso indossare un abito speciale chiamato “tuigen” (un rivestimento di volatili), che era composto “dai colli e dalle creste delle anatre selvatiche dal giro vita in su e da pelli di uccelli bianchi e multicolori” dal giro vita in giù.

Un costume di tipo sciamanico veniva indossato anche dal leggendario druido irlandese Mug Roith ed era costituito da una pelle di toro e da una maschera di uccello maculato. Mug Roith si diceva che avesse trascorso i primi sette anni della sua formazione all'interno di un tumulo fatato sotto l'insegnamento di una druida divina. Anche se cieco, si racconta che fosse stato capace di manifestare il fuoco e l'acqua, di modificare il paesaggio, di mutare forma e di eseguire eventi magici. Aveva molti studenti che si rivolgevano a lui come 'Amato Maestro', ed a volte veniva assistito dal figlio del suo insegnante dell'Altro Mondo - un giovane uomo che indossava un mantello grigio-marrone a cui erano appesi artigli, ossa e corna. La trasformazione magica e la rinascita sono temi comuni nei miti e nelle leggende celtiche. Un famoso “mutaforma” era Fintan, una figura irlandese di grande età e saggezza, che trascorse parte della sua esistenza in forma di aquila, di falco e di salmone. Nell'antico racconto irlandese “Leabhar Gabhála Éireann” ('Il Libro delle Invasioni'), prima testimonianza scritta nell' 11° secolo, il poeta Amairgen canta una poesia magica nella quale dice che egli possedesse la saggezza o la forza del vento, dell' oceano, del falco, del cinghiale e del salmone. In un altro racconto irlandese, 'Il Corteggiamento di Etain',  l'eroina sperimenta un numero di trasfigurazioni, tra cui una pozza d' acqua ed una mosca scarlatta. In quest'ultima forma, è stata inghiottita dalla moglie di un guerriero ed é rinata come sua figlia.

Il mutar forma e la trasformazione figurano anche nei racconti medievali gallesi, come il Tale of Gwion Bach. In questa storia, un mago femmina di nome Cerridwen volle preparare un elisir di saggezza profetica per il suo sfortunato figlio Afagddu (Utter Darkness), in modo che potesse prosperare. Cerridwen, esperta nelle 'tre arti' (magia, incanto e divinazione), raccolse le erbe e le fece bollire in un calderone per un anno e un giorno. Alla fine di questo periodo spararono fuori dal calderone tre gocce contenenti proprietà magiche.

Tuttavia Cerridwen si era addormentata e le gocce caddero addosso ad un giovane ragazzo di nome Gwion Bach che si occupava del fuoco. La maga fu oltraggiata ed i due si fronteggiarono in una sfida di mutare forma. Alla fine Gwion Bach si trasformò in un chicco di grano e fu ingerito da Cerridwen, che in seguito lo diede alla luce in forma umana. Come spiega il racconto, il bambino è alla deriva su una piccola barca ed in seguito si scopre che è un poeta ed un veggente di grande talento, quando viene rinominato Taliesin ('Shining Brow'). In una poesia accreditata a Taliesin, egli racconta le vite o le forme che aveva sperimentato prima della sua rinascita. Queste includono le gocce di pioggia, la luce delle stelle, un'aquila, una scintilla in un fuoco, la corda di un'arpa ed una spada incantata. In un'altra poesia racconta di essere stato creato da boschi ed alberi e fiori, dall'essenza del suolo e dall'acqua della 'nona onda', che è considerata un confine tra questo mondo e l'Altro Mondo. In molte culture, la morte-e-rinascita  spirituale a volte è preceduta da una malattia, da una follia o da una sofferenza, prima di una nuova incarnazione. Nel racconto medievale gallese “Math Son of Mathonwy”, il giovane eroe Lleu viene colpito da una lancia avvelenata dall'amante della sua sposa soprannaturale infedele. Egli emette un urlo terribile e prende il volo in forma di un' aquila. Suo zio Gwydion lo trova seduto in cima ad un albero in uno stato molto grave. Gwydion, un mago, canta tre poesie o “englynion” ed attira Lleu giù dall'albero, dopodiche lo ritrasforma in forma umana, ed un gruppo di guaritori gli ripristina la salute.

 

IL POTERE DELLE PAROLE SACRE

In molte culture, gli sciamani usano linguaggi segreti, arcaici o rituali, insegnati loro dagli anziani o dai loro insegnanti spirituali e questo è valido anche per i druidi, che si diceva che offrissero la loro filosofia 'per enigmi'. I poeti irlandesi usavano l'arcano “linguaggio appreso” e nel Galles medievale c'era una classe speciale di veggenti noti come “awenyddion” che  praticavano la preveggenza usando la loro sensibilità istintiva, un dono ottenuto attraverso le visioni ricevute nel sonno. Una volta subentrati gli spiriti, essi avrebbero rivelato le risposte alle domande poste. Queste risposte a volte erano difficili da capire, ma suonavano meravigliose anche ad un orecchio non esperto. Dopo il loro stato di estasi venivano scossi e svegliati come se di ritorno da un sonno profondo.

La parola “awen” del centro Gallese (vista nella parola awenyddion) è un tipo di ispirazione poetica frequentemente usata dai poeti gallesi. È anche menzionata nelle Fonti gaeliche nella sua forma in antico irlandese, “aì”. Il significato di fondo di entrambe le parole è “soffiando, respiro o vento” '- in altre parole: 'in-spirazione'. I druidi si dice che cantassero o recitassero le loro tradizioni sacre ed in molti racconti celtici sono menzionati gli incantesimi dei druidi, le recitazioni e le invocazioni. C'era una grande attenzione alla terminologia specializzata che si riferiva al canto ed alla recitazione, così come alla conoscenza divina o specifica, come ad esempio “awen” (o aì) (ispirazione poetica), “imbas” (conoscenza grande o divina), “eolas” (orientamento o conoscenza segreta) e “dàn” (dono divino o abilità).

Ecco un esempio di una poesia poetica e mistica che parla dell' importanza della saggezza e della sua espressione attraverso il linguaggio sacro. Proviene da un testo poetico irlandese in cui ai filid veniva insegnato che c'erano tre calderoni nel corpo. Questi erano “Coire Goriath” (Calderone del riscaldamento), “Coire Ermae” (Calderone del movimento) e “Coire Sois” (Il calderone della grande conoscenza). La poesia è la voce di Amairgen White-Knee, un leggendario poeta celtico (mia traduzione dall'Irlandese antico):

 

Mio calderone,

un riscaldamento appropriato,

una poesia fervente

il Divino mi ha dato

I segreti degli elementi

Il marchio di un artefice...

Un linguaggio fortunato

fluisce da esso...

Questo è il modo di

servire del mio calderone.

 

VIAGGI NELL’ALTRO MONDO

Nei miti celtici ci sono racconti frequenti di persone che viaggiano nell'Altro Mondo o che sperimentano incontri diretti con i regni sacri dell'Altro Mondo. Questi includono racconti noti come “echtrae” (passaggi o viaggi) e “immrama” (letteralmente 'remando' tra le isole o i luoghi dell'Altro Mondo). A volte un essere spirituale appare nel percorso di una persona, guidandolo o convincendolo a viaggiare nel mondo degli spiriti. In altri racconti la persona si mette alla ricerca della loro propria esperienza magica, e volte viene dotata di un pegno od un amuleto che la aiuta a compiere il viaggio. In altri casi, una parola o un invito è sufficiente perchè il viaggio spirituale si verifichi.

A volte il consumo di alcuni alimenti - salmone, nocciole, frutti di bosco o mele – sembra facilitare l'esperienza nell'Altro Mondo, e questo può essere un linguaggio in codice che si riferisce in realtà all'uso di piante insegnanti, come per esempio i funghi Fly Agaric (Amanita muscaria) che vengono usati da alcune altre culture sciamaniche per raggiungere uno stato di coscienza non ordinaria.  Il rapporto tra gli esseri umani e gli abitanti dell'Altro Mondo è uno dei più temi importanti nella mitologia celtica. In Irlanda gli Dei erano conosciuti come “Tuatha Dé Danann” (Il Popolo della Dea Danu), e in Galles erano chiamati “Plant Annwn” (Bimbi di Annwn, l' Altro Mondo gallese). In tempi ancora più antichi erano conosciuti come “AES Sìde” (il Popolo di Sìd). La vecchia parola irlandese “Sìd” che si riferisce all' Altro Mondo, e la parola gallese “Sedd” provengono dalla radice della parola “sed” che significa 'sede' (come sede o dimora degli dei).

È interessante notare che significa anche pace. Il termine veniva utilizzato dapprima per fare riferimento ai luoghi sacri in cui si potrebbero incontrare gli abitanti del mondo dello spirito. È stato poi utilizzato per fare riferimento a quegli stessi esseri ed infine ebbe un terzo significato, quello della pace; la pace che risulta dal mantenere una corretta relazione con l'Altro Mondo. Nei racconti celtici, le persone incontrano gli abitanti del mondo degli spiriti in forma umana o animale, ed è parte di ogni viaggio il riconoscere che si è alla presenza del divino e quindi bisogna agire di conseguenza. Molti miti dimostrano l'importanza di un comportamento rispettoso, con coraggio ed in modo onorevole. Mostrare rispetto per l'Altro Mondo è un tema onnipresente, e quando sono presenti la verità, il rispetto e la comprensione, allora c'è pace tra i mondi. Negli antichi racconti gallesi trovati a Mabinogion – i primissimi manoscritti che  risalgono circa al 1350 - Pwyll, il Principe di Dyfed un giorno uscì a cavallo per cacciare  nella valle del fiume Cych. Incontrò un cervo abbattuto da un gruppo di cani da caccia dell'Altro Mondo di un bianco scintillante e con le orecchie rosse e poi incontrò un misterioso cavaliere indignato dal fatto che Pwyll lasciasse il cervo ai suoi cani. Il cavaliere era Arawn, un re dell'Altro Mondo gallese, e Pwyll chiese ad Arawn come si sarebbe potuto “riappacificare” con lui. Arawn descrisse una serie di compiti che Pwyll avrebbe dovuto compiere al fine di 'avere pace'. Pwyll, (il cui nome significa Saggezza o Consiglio) li portò a termine con successo, e da quel momento in avanti i due cominciarono a rafforzare la loro amicizia, formando un'alleanza tra il mondo degli esseri umani ed il mondo degli spiriti che sarebbe durata per molti anni a venire. Un'alleanza simile è descritta in un racconto irlandese, 'Le avventure di Cormac mac Art'. Cormac fece un viaggio verso l'Altro Mondo su incitamento del dio “Mannanán mac Lir”, e gli venne data una visione del “Pozzo della Sapienza”, circondato da alberi di nocciolo che lasciavano cadere i loro frutti nell'acqua. Il salmone della saggezza che viveva vicino al pozzo aprì le nocciole di saggezza e lasciò fluttuare i loro gusci lungo i torrenti.

Il dio disse a Cormac che il pozzo era la fonte della conoscenza ed i torrenti erano i sensi attraverso cui si ottiene la conoscenza. Alla fine della storia, Cormac suggerì che lui e Manannan facessero un'alleanza, a cui il dio aderì 'Ben contento'. Egli diede a Cormac un ramo magico con proprietà di guarigione, ed una tazza per discernere tra verità e falsità. Si dice che  Cormac sia stato un re ideale, che condivideva la saggezza con gli altri:

 

Non essere arrogante

o aggressivo

Non essere mal disposto

verso gli altri

Non accumulare le cose

che non sono necessarie

Non sacrificare la giustizia

per la passione umana

Consulta gli anziani e

coloro che sono veri giudici

Osserva gli insegnamenti

dei tuoi antenati.


RIAPPROPRIAZIONE DELLA SAGGEZZA ANTICA
Ci sono molti percorsi dello Sciamanesimo celtico che ci sono stati tramandati dagli antenati, e qui ci sono un po' di metodi venerandi che è possibile utilizzare per camminare sulle orme sacre dei druidi, dei poeti-veggenti e degli anziani della tradizione celtica:


• Fare pellegrinaggi ai luoghi sacri che sono stati onorati dalle popolazioni celtiche: tumuli sacri o colline, alberi sacri e pozzi, montagne, campi, grotte, sorgenti e corsi d'acqua.
• Onorare le divinità e gli spiriti dei Tre Mondi e fare offerte tradizionali agli Dei ed agli spiriti:   cibo, bevande, pietre di quarzo bianco, poesie, cose di bellezza e di valore.
• Passeggiare intorno ai luoghi sacri facendo cerchi in senso orario per tre volte, partendo da est.
• Richiamare i poteri delle quattro direzioni e del centro, e riflettere ed invitare a lavorare con noi gli spiriti di 'prosperità', 'musica', 'apprendimento', 'conflitto' (o trasformazione), e di sovranità.
• Recitare poesie tradizionali, preghiere e storie per onorare le divinità e gli spiriti.
• Visualizzare l'Albero Sacro che collega i Tre Mondi al centro, le cui radici sono profonde sotto la terra e si connettono con il Pozzo della Sapienza.
• Meditare sul simbolo del pozzo o del 'calderone della saggezza,' e chiedere di diventare un vascello per la conoscenza tradizionale, l'ispirazione e l'apprendimento.
• Utilizzare le canzoni od i canti nelle lingue celtiche che sono un potente ponte tra i mondi, ed utilizzare metodi sciamanici tradizionali celtici per la visione ed il collegamento.
• Incorporare o fare uso di messaggi o simboli ricevuti durante gli stati non ordinari di coscienza: ricamarli su mantelli o borse, scolpirli sui bastoni di legno, utilizzarli in poesie o oggetti d'artigianato.
• Se si è abbastanza fortunati da vivere in questi luoghi, conoscere l'autentica cultura celtica della propria regione, tra cui la storia,i racconti del luogo,i miti e le leggende, le poesie tradizionali ed i canti, ed i rituali popolari.

 

Seguire queste tradizioni richiede che vi dedichiate al percorso per molti anni, studiando  affidabili fonti di conoscenza: la storia, la cultura, la mitologia, la conoscenza delle divinità e del mondo naturale, le pratiche rituali e quelle di guarigione tradizionale, la poesia, le profezie e la lingua ancestrale. Come 'veggenti forti' possiamo coltivare i metodi indigeni che venivano usati una volta per ottenere saggezza ed ispirazione, guadagnando una diretta conoscenza dai regni dell'Altro Mondo, ed in questo modo acquisiamo il potere di mutare la forma alla nostra vita ed al nostro mondo. Utilizzando il canto, il respiro e la canzone possiamo attingere alle radici dell'albero sacro della conoscenza ed aiutare questa saggezza ancestrale a fluire attraverso i rami dell'albero della genealogia celtica. Le pratiche sciamaniche degli antenati risuonaranno ancora con forza, guidandoci ed ispirandoci come hanno fatto per migliaia di anni.

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