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Articoli e interviste su sciamanesimo e tensegrità Articoli e interviste su sciamanesimo e tensegrità

Le 9 Chiavi per aprirsi al potere dei Sogni - di Luciano Silva

Come risvegliare il sognatore interiore e accedere al potere trasformativo dei sogni

26/06/2023

 

L’approccio sciamanico al sogno conserva la visione antica dell’esperienza onirica come spazio non solo dove l’anima rivela i suoi più nascosti segreti ma anche come luogo di incontro con forze numinose e trascendenti. Il sogno, se attentamente coltivato e praticato, diventa dunque uno spazio di evoluzione e trasformazione dove possiamo incontrare le nostre guide, i nostri maestri, può diventare il nostro laboratorio creativo, possiamo continuare le nostre esperienze spirituali o accedere a sorgenti sacre di guarigione.

Nella mentalità arcaica e sciamanica, era ed è conosciuto che le nostre sorgenti oniriche, a differenza della moderna visione psicanalitica che vede il sogno come semplice riflesso dell’inconscio, possono essere varie. Partendo da noi stessi, il nostro corpo sogna la sua guarigione (e dunque ci mostra le parti malate o le cause della sua malattia), così come l’anima sogna la sua integrità (e dunque ci mostra quali parti sono rimaste lontane o si sono allontanate o disposte a tornare), anche il nostro sé superiore sogna la nostra evoluzione spirituale. Il principale dio greco che curava tramite l’incubazione nei sogni è Asclepio (Esculapio per i romani). Il procedimento risanatore attuato negli Asklepieia prevedeva il ricorso alla iatromanzia, ovvero pratiche divinatorie a scopo curativo. Il malato riceveva in sogno il dio, o un suo emissario (esempio le figlie Igea o Panacea) o una sua manifestazione teriomorfa (tipicamente il serpente o un cane) e lo curava direttamente o gli mostrava la cura da seguire. Prima di abbandonare il tempio, il malato doveva dare il suo contributo – gli iatra – quale prezzo da pagare per la sua guarigione, in caso contrario, come era accaduto a Hermon di Taso cui era stata restituita la vista, il dio poteva annullare immediatamente il beneficio. Il sogno nell’incubazione (letteralmente, sognare in un luogo sacro) della Grecia antica era dunque una occasione di incontro con le sorgenti spirituali di guarigione che intervenivano direttamente sul paziente per sanarlo.

Analogamente, gli antichi e le culture indigene di sognatori davano per scontato il potere premonitore o divinatorio del sogno, gli spiriti o degli dèi, loro ierofania religiosa, potevano mostrare al sognatore quanto può accadere in futuro e dunque avvisarlo di cambiare rotta, se l’epilogo appariva indesiderato o infausto, oppure come propiziarne l’esito se appariva fausto e atteso.

I nostri sogni sono una fonte di ispirazione, di guarigione e trasformazione estremamente potente. Il sognare ci apre a portali dove abbiamo accesso ai desideri segreti della nostra anima, a fonti di guarigione e insegnamento, e non ultimo, ci forniscono un utile guida per il nostro vivere quotidiano.

In molte tradizioni sciamaniche e indigene i sogni sono tenuti in grandissima considerazione. Nella tradizione dei Mohawk, ad esempio, una tribù di indiani americani, si dice che ci sono due grandi cose da sapere sui sogni. Uno è che i sogni ci mostrano il sogno segreto dell'anima. La vecchia parola Huron per questo è ondinnonk, significa i desideri segreti dell'anima, soprattutto se rivelati in un sogno. Ovvero il perché siamo qui, in questa esistenza, cosa ha spinto l’anima a volersi reincarnare in questa vita.

La cosa da riconoscere sui sogni è che i sogni ci mostrano ciò che desideriamo veramente, non solo ciò che il nostro ego e la sua agenda dice essere importante, non solo ciò che le aspettative degli altri proiettano su di noi, non solo come cerchiamo di adattarci alle routine e agli orari imposti dal nostro vivere quotidiano o ai nostri desideri inconsci non soddisfatti, ma ciò che la parte più profonda di noi sta chiedendo di vedere e ottemperare, ciò che la nostra anima desidera profondamente. Il compito che dovrebbe avere ogni società che cura il benessere delle persone è quello di riunirsi intorno al sognatore e aiutarlo a riconoscere i desideri segreti della sua anima come rivelato in un sogno e agire per manifestare quei desideri in modo che l'energia dell'anima non vada via ma che si realizzi nella realtà ordinaria. Un altro aspetto importante che apprendiamo dalle culture native è che per loro, e questo valeva anche per i nostri antenati, il sognare è un fatto di sopravvivenza, i sogni ci mostrano le sfide e le opportunità che ci attendono oltre la soglia. Talvolta i sogni ci mandano segnali premonitori che ci avvisano per tempo l’insorgere di una malattia o il pericolo di un incidente, o qualcosa che potrebbe colpire la nostra famiglia o la nostra comunità, ma la nostra incapacità di comprendere quei messaggi e di agire preventivamente per evitare quel possibile destino fa si che alla fine ci troviamo a vivere sempre dei deja vu, che meglio sarebbe chiamarli deja revè, ovvero già sognato! Ci troviamo alla fine sul luogo dell’incidente o a letto malati e solo allora ci ricordiamo di averlo già sognato. Peccato, troppo tardi, avremmo potuto evitarlo se fossimo stati più attenti ai nostri sogni. Il popolo delle Andamane, delle isole poste nella parte meridionale del golfo del Bengala, sopravvisse al terribile Tsunami che colpì l’Indonesia qualche anno fa in quanto in sogno videro questa onda immensa che li avrebbe sommersi, e dunque dalle loro abitazioni tipicamente sul mare, essendo un popolo di pescatori, si ritirarono sulle colline interne con i loro animali sopravvivendo così alla tragica catastrofe.

L’unico approccio oggi conosciuto dalla maggior parte delle persone che si approcciano ai sogni nella nostra società è quello analitico perlopiù basato sull’analisi psicologica. Ma spesso in questa analisi si omettono domande fondamentali, come ad esempio: questo sogno mi mostra letteralmente o simbolicamente ciò che il futuro ha in serbo? E soprattutto, cosa posso fare, come devo agire per onorare i miei sogni? Se non mi piace lo scenario prospettato dai sogni, possiamo chiarire il messaggio, raccogliere ulteriori informazioni e agire nel sogno per evitare un futuro indesiderato?

E se invece ci è piaciuto lo scenario onirico, quali azioni possiamo intraprendere per propiziare un sogno felice e auspicato? I sogni possono mostrarci possibili modi per navigare in un futuro possibile. Dobbiamo però per fare questo anzitutto rallentare, prestare attenzione ai sogni, ascoltarli, registrarli, chiarire le informazioni che ci trasmettono, e intraprendere le azioni adeguate per onorarli. Questi sono i passi essenziali per risvegliare il sognatore dormente in noi. Ciò che fa la differenza, nell’approccio sciamanico al sognare rispetto ad altri approcci, è che si deve uscire da un sogno con una azione ben chiara, il sogno richiede azione e responsabilità. I popoli indigeni di sognatori ancor oggi si radunano al mattino per condividere i sogni e sanno che ogni sogno non riguarda solo il singolo sognatore che l’ha sognato, ma potrebbe contenere messaggi importanti per la sopravvivenza della comunità. Come disse uno sciamano huichol, “se non fai qualcosa con i tuoi sogni, non sognerai bene".

Ogni tanto quando affrontiamo questo tema sento molte persone che dicono di non sognare, la dimenticanza dei sogni è la reale pandemia odierna, ma in realtà stanno dicendo di non ricordare i propri sogni. In realtà noi sogniamo continuamente, molte volte per notte.  Un’ipotesi conservativa dice che abbiamo dai 4 ai 7 cicli di sogno ogni notte, e questo tenendo conto solo degli stati REM, (sapendo che noi possiamo sognare anche fuori dagli stati REM) ma se non abbiamo ricevuto l’adeguata educazione e allenamento per ricordarli probabilmente al risveglio non resterebbero nel migliore dei casi che dei vani e fugaci frammenti. Per diventare sognatori consapevoli e non perderci tutti i poteri che ci vengono trasmessi in sogno, dobbiamo inizialmente impegnarci in quanto il sogno, come ogni cosa direi, richiede un certo impegno e disciplina. Come disse Lucrezio, il grande poeta latino, “Cadendo, la goccia scava la pietra, non per la sua forza, ma per la sua costanza”. Dunque si tratta di fare pratica, pratica e ancora pratica. Ma questo non deve essere percepito come uno sforzo o un lavoro o un ennesimo compito che si somma alla lista delle cose che dobbiamo fare durante il giorno, perché le scoperte che facciamo nei sogni sono avventurose, entusiasmanti, risvegliano energie, consapevolezze, memorie passate, presenti e future, ci mettono in contatto con le nostre guide e maestri, con nostre vite parallele, possiamo ricevere iniziazioni spirituali, sono il nostro laboratorio segreto, sono una medicina per l’anima.

E’ come imbarcarsi in una avventura in mare dove piano piano prendiamo noi in mano il timone della nave o della barca, se preferite, e decidiamo, sempre assieme e compatibilmente agli spiriti del vento, del mare, del sole e della barca.., dove andare.

Si tratta anche di far crescere una visione più ampia della vita, lasciandoci raggiungere dalla nostra storia più grande che in sogno è sempre alla nostra ricerca. Come dicono gli aborigeni australiani, le grandi storie danno sempre la caccia alle persone disposte ad ascoltarle. E aggiungerei, a coloro che sono disposti a viverle! Lo scopo dell’arte del sognare sciamanico è quello di aiutare le persone a catturare i propri sogni per avere chiarezza di cosa si sta muovendo nel sogno, cosa vogliono trasmetterci le nostre sorgenti oniriche, ma anche come applicarlo nella vita di veglia. Questa è la vera magia del sogno, e per magia intendo portare doni da un altro mondo a questo mondo. Una volta che riconosciamo che il sogno potrebbe essere un regalo per noi, potrebbe mostrarci qualcosa del nostro futuro. Potrebbe metterci in contatto con un autentico alleato spirituale. Potrebbe metterci in contatto con una persona cara defunta e diventare una fonte di guarigione, perdono, forza e guida reciproca per entrambi. Potrebbe mostrarci scenari alternativi per la vita, per la comunità, per tutto.

Direi che uno dei motivi principali per cui le persone non si aprono a lavorare con i sogni nella loro vita è quando sognano qualcuno che è morto oppure che hanno smesso di sognare dopo un forte trauma. Una delle grandi cose del sogno è che vi dimostra direttamente, se siete disposti ad ascoltare, che la coscienza, l'anima, sopravvive alla morte fisica. Questa è una cosa piuttosto importante da sapere attraverso l'esperienza di prima mano che il sogno ci offre. Non possiamo semplicemente prenderlo come atto di fede, diventa una consapevolezza che quanto la otteniamo non possiamo più scrollarcela di dosso.  Quando si arriva a incontrare i defunti e si viaggia nei loro regni nel sogno, si sa che c'è vita al di là di questo. Questo rimette in gioco tutto, ogni decisione che prendiamo, non solo nei riguardi della morte ma del senso della vita stessa.

Ciò che l’arte del sognare sciamanico ci insegna è dare degli strumenti alle persone che vogliono riprendere contatto con i propri sogni, interrompere la siccità onirica (ovvero la dimenticanza) che magari si protrae per anni. Per alcuni popoli sciamanici, il non ricordarsi i sogni è spesso sinonimo di perdita dell’anima o di una parte di questa. Quando abbiamo vissuto momenti bui, quando il mondo dentro di noi o fuori di noi diventò minaccioso, una parte di noi trovò rifugio da qualche altra parte.. e assieme a questa parte se andò la nostra energia vitale, creativa, e con essa la nostra capacità di sognare e stare agganciati ai nostri sogni. E’ quello che gli sciamani chiamano la perdita dell’anima.

A queste persone chiedo: qual è l’ultimo o il primo sogno che ti ricordi?   Spesso emerge un sogno dell’infanzia, e questo sogno o frammento di sogno ricordato fa da ponte tra quella parte bambina e creativa, che probabilmente allora si è dovuta allontanare o rifugiare da qualche parte, e la coscienza adulta.  Come si fa a farla ritornare indietro? 

Uno dei modi è viaggiare indietro nel tempo, proprio nel momento in cui questa parte era ancora con il sognatore, ancora con noi. Magari il sogno ci riporterà proprio li. Il sogno crea una connessione temporale con il nostro sé più giovane e il nostro sé adulto, e il sogno può diventare l’occasione per un potente atto di recupero dell’anima sciamanico per noi stessi.

Uno strumento molto potente e conosciuto per dire alle sorgenti del sogno che siamo disposti a ricordare, a riceverli, che vogliamo dialogare con loro, è tenere un diario dei sogni e scrivere le prime cose che ricordiamo al risveglio. Scrivete qualcosa ogni giorno, se non potete la mattina quanto potete ritagliarvi, ritagliatevi 5 o 10 minuti durante il giorno per fare questo. Certo la mattina le immagini e le sensazioni del sogno saranno più presenti, siate indulgenti anche verso i vostri ricordi frammentati del sogno, fosse anche una sola immagine, una sensazione, una emozione, scrivetela, disegnatela, rappresentatela con forme e colori se la vostra esperienza non ha ancora i contorni ben definiti e dategli un nome, un titolo. Fosse anche che vi svegliate con solo una sensazione di …rosso, chiamerò questo sogno “Rosso” e magari mi porto qualcosa di rosso addosso durante il giorno per onorarlo e cercare di scoprire cosa mi trasmette questo colore. E’ un modo che ogni tanto faccio per camminare con i miei sogni e portarli nel mondo.

Scrivete qualcosa ogni giorno nel vostro diario dai vostri sogni. I vostri produttori di sogni potrebbero dire dietro le quinte del mondo, "Oh, non sei senza speranza. Non sei affatto senza speranza. Sei disposto ad ascoltarci. Sei disposto a mettere giù qualcosa. Bene, ti diamo qualcosa che puoi mettere giù nel tuo diario al mattino”. Quindi tenere un diario è essenziale se volete riportare i vostri sogni indietro e dentro di voi. Tenere un diario dei sogni è essenziale se volete richiamare i vostri sogni e tenere traccia di ciò che vi vogliono trasmettervi. Questo è fondamentale, soprattutto per i sogni seriali, multistrato e precognitivi. Sui sogni precognitivi, la domanda delle domande è: sogno un incidente stradale, è letterale (sogno la mia auto nella mia città)? Avete la sensazione che sia un avviso per il futuro? Forse si, ma quando si potrà verificare? E come faccio a cambiarlo prima che si manifesti? Il sognare sciamanico che presuppone un approccio attivo al sogno ci permette di rispondere a queste domande, a non essere solo spettatori passivi di ciò che si muove dietro le quinte del mondo, ma parte attiva e creativa, e dunque possiamo sempre fare qualcosa.

 

Le 9 chiavi per risvegliare la coscienza e memoria onirica

Come facciamo allora a risvegliare la nostra memoria onirica, ad accrescere la nostra consapevolezza in sogno o addirittura accedere al sogno lucido? Suggeriamo 9 chiavi fondamentali, con la premessa che questa in realtà non è una sequenza lineare, e di certo nemmeno esaustiva, ma se cercate di tener presente queste chiavi potrete avere un quadro maggiormente completo di ciò che il vostro sogno vi vuole dire o trasmettere e intraprendere le dovute azioni conseguenti.

La prima chiave, al risveglio o appena potete scrivete il vostro sogno, registrate il vostro sogno nel modo più semplice e chiaro possibile (senza cercare già di interpretarlo durante il vostro report, senza già anticipare conclusioni o spiegazioni), senza manipolarlo o analizzarlo, e date un titolo rappresentativo. Messo un titolo, ascoltate le vostre sensazioni che vi ha lasciato il sogno, possono essere sensazioni fisiche, stati interiori, psicologici, energetici.. registrate anche quelli se potete. E’ molto importante la prima sensazione che provate al risveglio o che avete provato nel sogno. Le sensazioni nel sogno sono molto importanti, ma ancor di più le prime sensazioni che vi arrivano al risveglio, sono negative o positive? Sono personali o coinvolgono altre persone o cose a distanza? Sono urgenti o no? Mi richiedono di investire del tempo ora o no? Le vostre sensazioni possono anche essere semplicemente neutrali, ok, nulla si sta muovendo attorno al sogno, l’hai scritto, c’è un report, le tue sensazioni sono neutrali, avete risposto alla vostra domanda.

La seconda chiave vi viene data dalle prime associazioni. Parigi non è visibile in alcun cartello, ma avete la sensazione di essere a Parigi quando pensate al contenuto del sogno. Le vostre scarpe non sono menzionate ma vi vengono in mente le vostre scarpe. OK, scrivetelo nel mix delle prime associazioni. Spesso riceviamo informazioni nei sogni non attraverso la vista ma altri sensi, abbiate fiducia anche in quelle informazioni che chiamiamo “telepatiche”.

La terza chiave è la cosiddetta “prova di realtà”. La prova di realtà vi permette già di districarvi nel rispondere a una domanda fondamentale, la cui risposta spesso viene equivocata, ovvero il sogno è letterale o simbolico? Dunque, prima di tutto chiedetevi cosa è familiare nel sogno, cosa rispecchia situazioni della vostra vita ordinaria, vedete la vostra casa, il vostro ufficio o un vostro collega, la vostra auto, il vostro cane; oppure viene dalla vostra vita immaginaria, dalla vostra esperienza interiore e attiene a un piano simbolico? La casa è una casa fantastica, mai vista prima, nella quale vai a vivere? La casa in sogno rispecchia spesso l’anima, e dunque potrebbe essere un sogno simbolico multidimensionale che attiene all’evoluzione dell’anima.

Hai sognato un drago, hai mai sognato draghi prima d'ora? Avevi un drago giocattolo sullo scaffale quando eri bambino? Conosci qualcuno che tende a respirare il fuoco come un drago? Dove appare questo elemento nel sogno (aria e fuoco) in altri modi nella tua vita, non solo nella tua vita ordinaria, ma nella vita della tua immaginazione? Cercate di evitare di portare su un piano simbolico, errore che fanno in tanti, un sogno letterale solo perché non vi piace. Sognate la vostra morte? Non necessariamente è una morte iniziatica, non necessariamente è una parte di voi che vuole (o deve) lasciarvi andare, ma può essere un avviso che se andate avanti così,  senza cambiare direzione, probabilmente andrete laddove siete destinati ad andare. Il secondo aspetto da chiedersi è: questo sogno potrebbe svolgersi in futuro? Non scrollate le spalle per dirvi un secco: "No, non è possibile", magari perché il sogno vi ha mostrato qualcosa di spiacevole e tendete a scartarlo oppure troppo lontano e irrealizzabile per voi. Chiedetevi, è lontanamente possibile che, letteralmente o simbolicamente, il sogno si manifesterà in futuro? Questa è una domanda molto importante da porsi perché molti di noi, anche ai prolifici sognatori forti e attivi, capita di scartare dei sogni che riguardano un possibile futuro che non ci piace oppure che riteniamo irrealizzabile. Una sognatrice una volta sognò di incontrare Brad Pitt davanti a sé. Ovviamente scartò questo sogno come ipotesi realizzabile. Dopo un paio d’anni, si trovò in un hotel in vacanza in Italia e alla reception entrò un personaggio che aveva le stesse somiglianze dell’attore americano. Il sogno si esprime spesso con un linguaggio analogico basato sulle somiglianze. Se sognate un vostro odiato ex amante o ex capo ufficio aspettatevi magari di incontrare qualcuno in futuro che gli somigli. Analogamente se amato o desiderato, ovviamente!

La quarta chiave: dopo le sensazioni, le prime associazioni e la prova di realtà, la quarta chiave è molto importante, la possibilità di rientrare nei sogni. Forse il sogno sentite che si è interrotto, è rimasto incompiuto, forse siete scappati perché qualcosa vi ha spaventato, e non sapete cosa succederà o vi siete svegliati all’improvviso, oppure non avete compreso chi era quel personaggio nel sogno e cosa voleva dirvi o darvi ma vi ha fatto paura. Avete sbattuto la porta, vi siete svegliati di soprassalto e avete detto, "Grazie a Dio, è solo un sogno", che è una strategia molto povera che lascerà comunque qualcosa di irrisolto. Se non risolviamo ciò che rimane in sospeso nel sogno rischiamo di doverlo affrontare e poi risolvere nella vita di veglia, magari con qualche complicazione in più. Quindi stare con il sogno e tornare indietro all'interno del sogno, che è quello che si può fare con il viaggio sciamanico, è il modo migliore per capire cosa sta succedendo e raccogliere le informazioni necessarie. Essere di nuovo dentro il sogno ci offre inoltre tutti i tipi di opzione. Se è un sogno da incubo, e gli incubi sono essenzialmente sogni incompiuti, come sognare un mostro spaventoso che vi ha spaventato, tornare dentro il sogno è il nostro miglior modo per avere una visione a raggi X del sogno e magari smascherare quel mostro e vedere chi si nasconde dietro quella maschera (una nostra paura? Un nostro spirito alleato che ci vuole mettere alla prova? Una parte di anima che è rimasta terrorizzata e impaurita da ciò che le è successo?). Il miglior rimedio, il miglior antidoto per risolvere un incubo è rientrare nel sogno e affrontarlo sul suo stesso terreno “di battaglia”. Ma si potrebbe desiderare di ritornare nel sogno solo per ottenere chiarezza, solo per sapere se l'incidente d'auto sta per accadere giovedì, l’anno prossimo o è un evento simbolico. Si potrebbe desiderare di utilizzare il vostro sogno come un portale per viaggiare in mondi fantastici o romantici e anche altre realtà. Imparare la tecnica del viaggio sciamanico per rientrare nei sogni è una delle chiavi e degli strumenti più importanti.

La quinta chiave è dialogare con i personaggi del sogno. Non vi è chiaro chi è quel personaggio o cosa rappresenta per voi? E’ una parte di voi che vi vuole parlare? E’ una guida o un maestro spirituale che vi vuole trasmettervi qualcosa? E’ una parte della vostra anima che vuole ricongiungersi con voi? E’ un vostro caro antenato defunto che vi vuole mostrare qualcosa dell’aldilà e che non avete riconosciuto? Potete restare un attimo a letto in contatto con quel personaggio, se potete, e potreste iniziare a fare la domanda più semplice e fondamentale: chi sei? Potreste scoprire che state avendo un'esperienza transpersonale. Potreste scoprire che state parlando con un'altra persona, viva o morta. Potreste scoprire che state parlando con qualche entità, al di là della sfera umana. Chiamatela angelo o spirito o guida o qualche aspetto del vostro sé più grande. Come dicevano gli antichi greci, gli dèi amano andare in giro mascherati. Talvolta si presentano nei nostri sogni, dei, spiriti o guide, travestendosi per presentarsi a noi con una faccia conosciuta o rassicurante che ci permette di avvicinarli e restare nel sogno. Dialogare con i personaggi dei sogni, questa è un'ottima chiave per comprendere chi o cosa avete davanti o vuole comunicare con voi.

Al tempo stesso chiedetevi (sesta chiave), che parte della visione psicologica convenzionale dei sogni ma che vale la pena chiedersi: state per caso dialogando con una parte di voi stessi che vuole essere riconosciuta, onorata, integrata? Questa è una analisi psicologica ben nota nei sogni, che quello che sta succedendo in un sogno possono essere diversi aspetti del sognatore che si presenta in modi diversi. Dunque, ponetevi pure la domanda: quale parte di me rappresenta quel personaggio o quella situazione? Che parte di me è così e così nel sogno? Quale parte di me è sfavorito? Quale parte di me è la tigre? Quale parte di me è un cane a tre zampe? Quale parte di me è Brad Pitt o Angelina Jolie? Quale parte di me è il Jocker? Questo approccio può rivelarvi utili informazioni, ma mano a mano che diventate sognatori coscienti e attivi scoprite che i sogni possono essere personali e al tempo stesso transpersonali. Incontri una persona, potrebbe essere vostra nonna defunta ma anche una vostra antenata ancestrale che vi vuole trasmettere una connessione spirituale con un lignaggio di veggenti e che si presenta a voi con le sembianze di vostra nonna per non spaventarvi (e di conseguenza impedirvi di ricevere o accogliere quell’entità e ciò che vi vuole trasmettere). Incontrate un orso che vi trasmette una guarigione, quale parte di voi sta risvegliando il vostro guaritore interiore che percepite in forma di orso oppure è veramente un   animale di potere che in sogno vi sta guarendo? O entrambe le cose?

Allora la settima chiave potrebbe essere questa: confrontate il comportamento di quel personaggio, o di voi stessi, nella situazione del vostro sogno con il vostro sé di veglia. Cosa sto facendo nel sogno che è diverso o, in alternativa, simile alla mia vita di veglia? Posso imparare da questo? Se sono audace e coraggioso nel mio sogno, ma poi tendo a scappare via da qualcosa nella vita di veglia, posso trasferire il coraggio dal mio sé sognante, dal mio corpo di sogno al mio sé di veglia? Viceversa, se il mio sé di veglia è relativamente fiducioso e allegro, ma il mio sé nel sogno è rannicchiato o tende a nascondersi in una certa situazione, posso portare il coraggio e la mia chiarezza dal mio sé di veglia al mio sé sognante e forse usarlo per affrontare quel terrore o quel mostro nel sogno? E’ un esercizio molto interessante confrontare il proprio sé nello stato di veglia da quello di sogno.

L'ottava chiave è il gioco dell'esplorazione dei simboli. Ci sono sogni che sono sogni chiari. I tibetani usano questo termine. Gli hawaiani dicono che i sogni sono diretti, che significa nessuna interpretazione, nessuna decifrazione necessaria. Il sogno è quello che è. Ti mostra le cose come sono o saranno. Sogno diretto, sogno chiaro, sogno letterale. Ma i sogni spesso usano un linguaggio simbolico perché, come ha osservato Jung, i simboli ci portano da ciò che sappiamo a ciò che ancora non sappiamo e fanno una connessione tra qualcosa che conosciamo e qualcosa che non conosciamo. Citando un esperto di sogni tra i miei preferiti, l'antico interprete dei sogni Artemidoro di Daldi (ci ha lasciato una notevole testimonianza nella sua onirocritica (edita in italiano con il nome “Il libro dei sogni” da Adelphi), che sosteneva, fedele agli insegnamenti tradizionali dell’epoca, che gli dèi sono coloro che producono i sogni, e dunque disse che gli dèi amano parlare a noi per enigmi perché vogliono far crescere le nostre menti limitate, ampliare il nostro vocabolario e le nostre associazioni per far crescere la nostra comprensione. Vogliono anche drammatizzare questioni che, se presentate così come sono, potrebbero non catturare la nostra attenzione. Per vari motivi, i sogni parleranno una lingua simbolica. Qui occorre fare un po' di lavoro. Lavoro non significa guardare il significato dell'acqua o del serpente o del vedersi nudo in pubblico in un dizionario dei sogni da bancarella o lasciare che qualcun altro vi dica cosa significa o zio google. Significa imparare a riconoscere il proprio vocabolario simbolico. Ciò presuppone tenere traccia nel vostro diario dei temi e simboli ricorrenti che appaiono ed evolvono nella vostra vita onirica e vita immaginaria. Il serpente nei vostri sogni non è il serpente nei miei sogni. Potrebbero avere cose in comune, ma non sono necessariamente le stesse cose. Per me, il serpente potrebbe essere una connessione con una pratica di guarigione che associo alla vecchia tradizione di Asclepio, mio maestro spirituale, nel mondo ellenico. Il serpente potrebbe suggerirvi che è ora di gettare la vostra vecchia pelle e andare avanti. Potrebbe essere una potenza fallica sessuale con la quale dovete fare i conti. Potrebbe essere un sacco di cose. Potrebbe essere una medicina. Potrebbe essere veleno. Potrebbe essere una conoscenza. Ma scommetto che, anche se potessimo riconoscere qualcosa l'uno dell'altro, se condividessimo un sogno con i serpenti, le specifiche conclusioni di cosa quel sogno vi vuole dire saranno inevitabilmente individuali. Questo fa parte delle cose deliziose di lavorare con i sogni, naturalmente. Da un lato, sembrano essere abbastanza universali, dall’altro il sogno è sempre e solo per noi. Ecco perché l’unico che può arrivare a conoscere il significato di un sogno è solo il sognatore.Anche temi di sogni ricorrenti come trovarsi nudo in pubblico o a scuola, un serpente nell'erba, i freni della vostra macchina che si rompono di nuovo, possono avere un significato diverso per ciascuno. Ma con le chiavi precedenti potete arrivare gradualmente a comprendere cosa vi vuole dire per voi.

La nona chiave infine è agire, uscire dal sogno con un piano d’azione che intenda onorare le vostre sorgenti oniriche e quanto ricevuto in sogno. I sogni richiedono un'azione. Una delle azioni che potrebbero essere necessarie è quella di condividere il sogno nel modo giusto con qualcun altro. Condividere il sogno, magari al tavolo della colazione, è un modo divertente e veloce per permetterci non solo di avere un'altra visione fresca e di prima mano fornita dal vostro testimone, ma aiuta anche a recuperare parti del sogno che avevamo dimenticato. Oltre a seguire i passi che abbiamo elencato prima, dare un titolo, registrare il sogno e le sensazioni attorno al sogno, la prova di realtà eccetera, può essere molto utile condividere il sogno con un'altra persona, o in un gruppo, dove ciascuno può dare un proprio feedback dal suo punto di vista personale senza mai presumere però di dire al sognatore cosa significano i suoi sogni, perché è opportuno ricordare che l’unico alla fine a sapere esattamente cosa il sogno vuole dire è il sognatore stesso e nessun altro. Quello che possiamo fare però, nel ruolo di testimoni del sogno di qualcun altro, è condividere le nostre sensazioni e le prime associazioni che ci vengono in mente come se il sogno fosse nostro ma rispettando lo spazio del sognatore; per questo è importante anticipare il nostro feedback al sognatore premettendo la frase “Se fosse il mio sogno”..In questo modo rispettiamo lo spazio del sogno (e tutti gli emissari del sogno) del sognatore e possiamo dare una nostra visione come se il sogno fosse nostro. Allora l'altra persona ti dirà, se fosse il mio sogno o se fosse la mia vita o se fosse la mia storia, penserei a questo.., sarei curioso di indagare questo tema, ecc...

La condivisione aiuta a stendere un piano d’azione che è la parte più importante tra queste chiavi, ovvero agire nel sogno o agire in base a ciò che il sogno ci sta chiedendo di fare. Che azione potrebbe richiedere un sogno? Beh, potrebbe essere un compito di ricerca. Ricevete strane parole o simboli, frasi strane e strani nomi di luoghi nel vostro sogno? O non sapete nulla di un personaggio che vedete in sogno e forse è giunto il momento di saperne qualcosa? Bene, qui invece zio Google potrebbe aiutarvi ad avere delle conferme.

Una volta sognai, ad esempio, di essere in una università, la vidi molto bene, il cortile di ingresso, la porta di ingresso, ecc…ma non seppi identificarla. Era da qualche tempo che giravo per Parigi in sogno, e dunque al risveglio cercai le foto delle università parigine su Google e scoprii che ero andato in sogno alla Sorbona. In un sogno successivo, allo scoppio della pandemia, il mio maestro dei sogni mi accompagnò di nuovo alla Sorbona che di seguito seppi identificare, e mi fece entrare in un laboratorio al primo piano dove si presentò davanti a me un personaggio, che dalle sue sembianze, riconobbi in Pasteur… all’uscita da quel sogno, feci una ricerca e scoprii che Pasteur, cosa che non sapevo prima di questo sogno, fu nominato professore di chimica nel 1867 alla… Sorbona!

Fu altrettanto sorprendente quando feci un viaggio a Parigi, appositamente per visitare i luoghi sconosciuti visti in sogno, quando entrai alla Sorbona e chiesi a qualcuno se sapesse dove fosse situato ai tempi il laboratorio di Pasteur. Da un vecchio libro che scovai in biblioteca, fui sorpreso nel vedere che era esattamente dove l’avevo visto in sogno.

Ho una discreta libreria privata, magari inizio una ricerca nei libri. Potreste uscire da un sogno con il nome di una divinità antica che vi vuole parlare, e una volta identificata, potreste iniziare un percorso iniziatico di conoscenza con lei e della sua tradizione. Altri suggerimenti per agire e onorare il sogno possono essere:

  • Scrivere il sogno e/o disegnarlo è di fatto la prima azione che potreste fare per onorare il sogno;
  • Condividerlo con un amico, parente, partner, nella modalità suggerita prima;
  • Costruire un manufatto che rappresenti il potere di quel sogno o disegnare quel simbolo visto in sogno;
  • Indossare un fazzoletto rosso per ricordare quella meravigliosa Ferrari rossa che in sogno vi ha fatto esplorare altri mondi, è un modo per indossare il sogno e continuare a camminarci dentro e viaggiare con la vostra Ferrari mentre andate in giro per il mondo.
  • La vostra azione potrebbe essere uno shopping sciamanico. Il sogno vi sta mostrando un nuovo paio di scarpe? Voi sapete che le scarpe hanno a che fare con il cammino dell’anima? Magari seguite il suggerimento di uscire e comprare quelle scarpe rosse, e mentre ci camminate dentro ascoltate cosa accade dentro e fuori di voi. Camminate con i vostri sogni!
  • Potrebbe arrivarvi anche la necessità di compiere un atto creativo, scrivere una poesia, replicare la canzone sentita in sogno, correre con il sogno, camminare nel bosco con il sogno. Si tratta di portare l’energia creativa che il sogno vi ha trasmesso nelle vostre vite, reclamare il potere creativo del sogno per costruire nuove storie per voi e i vostri cari.

 

Queste sono le 9 chiavi per iniziare a muoversi e danzare con il linguaggio dei sogni.

E a proposito di linguaggio, ricorderei un’altra chiave non menzionata ancora, ovvero la consapevolezza che mano a mano che procediamo e camminiamo nella vita in contatto e in sintonia con i nostri sogni, scopriamo che il sogno continua anche nella vita di veglia. Cogliamo nel linguaggio della sincronicità eventi simbolici, spesso molto reali e letterali, che ci fanno comprendere che il sogno sta continuando ancora nella vita di veglia e che lo stato di veglia è anch’esso uno stato di sogno.

 

Il linguaggio della sincronicità

I sognatori attivi come gli sciamani conoscono bene il linguaggio della sincronicità, intendendo con questo il cogliere segnali dall’universo quando l’universo “la mette sul personale”.. accade qualcosa, un bambino che ci lancia un messaggio, un manifesto pubblicitario, un numero ricorrente, i segnali della natura, una musica che sentiamo che ci ricorda quella sognata. L’universo ci parla sempre in realtà, se ci predisponiamo ad ascoltarlo.

Nella città greca di Pharai, in Acaia, c’era un affollato mercato, vicino a un alto muro di pietra. Al centro del mercato, tra bancarelle e venditori di pesce e grano, c’era una statua del dio Hermes, il messaggero divino. I greci chiamavano Hermes il dio più amico degli uomini. Egli è l’araldo e l’interprete dei messaggi degli spiriti, volando con i suoi sandali alati avanti e indietro tra la superficie del mondo e quello degli spiriti. Lui presiede gli incontri casuali e le coincidenze felici. E’ il dio dei viaggio, il patrono dei viaggiatori, inclusi i mercanti, giocatori d’azzardo e i ladri. Spesso lo possiamo incontrare negli spazi liminali, nei luoghi di transizione: agli incroci, nei portali e sulla strada o nei nostri spazi ipnagogici dove i sognatori sanno che più frequentemente possiamo avere incontri mistici. Egli presiede il passaggio tra la veglia e il sonno e frequentemente comunica con gli umani in sogno e negli stati sognanti, così come nello spazio liminale tra i vivi e i morti.

Come parlava Hermes nei suoi oracoli, interrogati dai greci?

Alla chiusura del mercato, l’interrogante poneva la sua domanda alla statua di Hermes. Le domande andavano da “sarò guarito da questa malattia?” oppure “quale sarà il prezzo delle olive la prossima stagione?” – ogni domanda era appropriata, dato che Hermes è anche il patrono del commercio. Ciò che era importante è che la domanda riflettesse ciò che veramente era importante per la persona in quel momento. Portavano olio per le lampade votive, in offerta al dio, bruciavano dell’incenso. Non cerano dazi n’è preti da pagare. Ciò che si svolgeva in quel momento era questione tra l’individuo e il dio, uno a uno, e tra loro e il mondo. Se avevi fatto la tua modesta offerta eri pronto a approcciare la statua. Dovevi comunicare la domanda in modo pacato nell’orecchio giusto del dio, non poteva sentire nessuno.

Il prossimo passo consisteva nel mettere le mani sulle proprie orecchie, per silenziare i suoni esterni. Camminavano in questo modo, con le mani alle orecchie, lungo la via tornando verso la porta di accesso al mercato. Non appena varcavano la soglia di accesso al mercato, toglievano le mani dalle orecchie e la prima parola che sentivano da una voce umana dava la risposta alla domanda. Le parole potevano essere semplicemente si o no oppure una frase enigmatica che richiedeva un gioco di associazioni con la domanda, come potremmo fare con un frammento di sogno. Ogni cosa che potevano cogliere era considerata una risposta alla domanda posta. Erano sicuri di questo avendo evocato l’energia e l’attenzione di Hermes, nel potere della sincronicità.

I greci di Phrarai sapevano, come gli sciamani, che gli strumenti per la divinazione sono attorno a noi: il volo degli uccelli, un incontro “casuale”, nel cogliere una strana conversazione in strada. Il mondo ci parla con tante voci, come nei sogni. Queste voci spesso sembrano una cacofonia, in quanto cerchiamo subito di trovarne una connessione logica o di definirle in modo lineare.  Possiamo fare una scelta migliore quando raccogliamo messaggi dal mondo – come nei sogni – se creiamo una struttura o un modello di sincronicità che ci porta a focalizzare meglio gli eventi. Il modo migliore per fare questo, come sapeva la gente di Pharai quando sussurravano nell’orecchio del dio, è trovare una domanda per la quale vi serve sapere la risposta ora. Molto probabilmente, questa è anche una domanda che è già stata posta a voi dai vostri sogni.

Si stabilisce alla fine un continuum tra la nostra esperienza di veglia, lo stato di sogno e quelli intermedi. Ogni sognatore alla fine probabilmente arriva a chiedersi quello che il filosofo e mistico cinese Zhuāngzǐ si chiese nella sua storia “Zhuangzi sognò di essere una farfalla” (莊周夢蝶 Zhuang Zhou meng die): “Zhuangzi sognò di essere una farfalla che volava leggera e spensierata. Nel momento in cui si svegliò era confuso: si domandò come potesse determinare con certezza se lui stesso fosse veramente un uomo che aveva appena finito di sognare di essere una farfalla o una farfalla che aveva appena iniziato a sognare di essere un uomo”. Nella vita quali sono i contorni che delimitano con assoluta certezza ciò che attiene alla vita di veglia da quella di sogno?

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